Discussione:
Primo incontro berlusconi- Cosa nostra (dal processo di palermo)
(troppo vecchio per rispondere)
€rnesto
2009-12-08 00:15:14 UTC
Permalink
mentre Silvio arrestava boss a ripetizione...
ahahaha!!!! MENTRE SILVIO DAVA DEGLI IRRESPONSABILI AI GRANDI
MAGISTRATI DI PALERMO MILANO, FIRENZSE, CALATNISSETTA E CATANIA CHE
ARRESTANO BOSS A RIPETIZIONE....
Non un petardo ma un PETO.
Hai aperto bocca!!! CHE PUZZA , mamma mia!


----------------------------------------------
Chi è il mafioso DELLUTRI e il primo incontro tra Berlusconi e COSA
NSOTRA, certificato e verifuicato nella sentenza di condanna del
tribunale di PALERMO. E' la stesa PROCURA che arresta tantissimi boss!
------------------------------------------------------------------------------------
(omissis)
PUBBLICO MINISTERO:
Va bene, senta, ritorniamo... abbiamo fatto una digressione,
ritorniamo di nuovo all'incontro che e' avvenuto in
questo palazzo antico, ma non antichissimo diceva lei, vi
e' venuto incontro DELL'UTRI MARCELLO, vi siete salutati e
poi siete andati dove?
DI CARLO FRANCESCO:
Me la rifa' la domanda, mi scusi dottore...
PUBBLICO MINISTERO:
Si, sto parlando dell'incontro con DELL'UTRI MARCELLO a
cui sono presenti lei diceva TANINO CINA', STEFANO BONTATE, MIMMO
TERESI...
DI CARLO FRANCESCO:
A Milano, e' giusto?
PUBBLICO MINISTERO:
A Milano. Quindi, una volta che vi ha accolto poi dove siete
andati?
DI CARLO FRANCESCO:
Siamo arrivati, siamo entrati c'era una sala, c'erano
persone che a volte si vedevano altre stanze, che
andavano e venivano, siamo entrati in una grande
stanza e c'era scrivania, c'erano qualche... mi sembra
qualche divano per sedersi, sedie, ci siamo seduti la'. Dopo
non so un quarto d'ora, non mi ricordo piu' bene, insomma dopo un
po' di tempo, e' spuntato questo signore sui 30 anni, 30 e
rotti anni, e hanno presentato il dottore BERLUSCONI...
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, lei...
DI CARLO FRANCESCO:
... hanno presentato tutti...
PUBBLICO MINISTERO:
...Si, come...
DI CARLO FRANCESCO:
... hanno presentato me...Hanno presentato a tutti, ha
presentato me...
PUBBLICO MINISTERO:
Ricorda chi faceva le presentazioni?
DI CARLO FRANCESCO:
DELL'UTRI. A TANINO lo conosceva pero'.
PUBBLICO MINISTERO:
Come venne presentato STEFANO BONTATE nella fattispecie, lo
ricorda?
DI CARLO FRANCESCO:
Il signor BONTATE STEFANO, questo e' STEFANO BONTATE da
Palermo, va bene, era stato piu' giornalisticamente
piu' conosciuto STEFANO, io fino a quei tempi non c'ero stato
mai, ero fortunato.
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, nell'ambito delle presentazioni, lei non ho capito bene ha
fatto un accenno poco fa, ha compreso se qualcuno gia' si
conosceva?
DI CARLO FRANCESCO:
Si, con TANINO, per quello che sono i miei ricordi, e non
posso affermare, gia' conosceva a TANINO.
PUBBLICO MINISTERO:
Chi si conosceva con TANINO?
DI CARLO FRANCESCO:
Con BERLUSCONI.
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, lei ha modo di individuare BERLUSCONI, chi?
Perche' come sa ci sono due fratelli BERLUSCONI.
DI CARLO FRANCESCO:
BERLUSCONI e' questo che oggi fa il politico, l'altro
non lo conosco.
PUBBLICO MINISTERO:
Lei e' sicuro di questa individuazione? Su che cosa si basa
per ...?
DI CARLO FRANCESCO:
Ma perche' dopo qualche anno poi l'ho visto... a parte
che l'ho visto poi, e' capitata un'occasione di vederlo
subito dopo, ma a parte che poi, dopo qualche anno,
leggendo il giornale a volte e' cominciato a uscire in
qualche giornale o il nome, che comprava societa' o qualcosa e
allora veniva piu'...poi ce ne ho sentito parlare tanto in
seguito e allora, a TANINO e a tutta la situazione e allora non
ho avuto dubbi che era quello che ho incontrato ed era
quello, anche la' perche' ho sentito parlare la' di Milano 2,
ho sentito parlare di quello che aveva di bisogno, poi
veniva normale che io chiedevo a TANINO, anche perche' ci sono
stati i discorsi, in seguito a questo incontro, cos'era
successo, poi cosa ci hanno chiesto e cose e TANINO si
confidava con me, perche' TANINO ricordiamoci non era cosa
nostra. Cioe', TANINO certe cose le faceva pensando a fin di
bene, pero'... comunque le dico una cosa, se io sarei stato
al posto di TANINO me l'avrebbe... me l'avrei tenuto per me
BERLUSCONI e DELL'UTRI, tutto per me...
PUBBLICO MINISTERO:
Questo e' un altro discorso. Senta, lei ricorda,
ritornando a questo incontro, com'erano vestiti nella
fattispecie, ci ha parlato di come erano vestiti TERESI,
BONTATE E CINA', com'era vestito il BERLUSCONI e come era
vestito DELL'UTRI?
DI CARLO FRANCESCO:
DELL'UTRI era con un vestito, non mi ricordo piu' il
colore ma blu'... scuro, BERLUSCONI e' venuto con un...
PUBBLICO MINISTERO:
Ma vestito blu' scuro come, giacca e cravatta?
DI CARLO FRANCESCO:
Si giacca e cravatta, si. Mentre mi ricordo questo dottore
che e' venuto, dottore BERLUSCONI, per come me l'hanno
presentato, certo non era quello di adesso senza
capelli, aveva i capelli, era un castano chiaro, era un
maglioncino a girocollo, una camicia sotto e un maglioncino a
girocollo e un jeans, no jeans proprio, un pantalone jeans,
sportivo era comunque.
PUBBLICO MINISTERO:
Ricorda se ci fu qualche cosa, vi siete detti qualcosa
con GAETANO CINA' relativamente a questo abbigliamento
del dottor BERLUSCONI?
DI CARLO FRANCESCO:
Dopo, quando siamo... dice: stamattina ci si... hanno fatto
un'ora come le donne a truccarsi, a pitturarsi...
PUBBLICO MINISTERO:
Ma chi?
DI CARLO FRANCESCO:
BONTATE, TERESI, dice che sembrava a chi dovevano
incontrare e quello, dice, e' venuto in jeans e un
maglioncino. Battute, tanto per scherzare, questo TERESI,
questo BONTATE.
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, andiamo al contenuto di questo incontro, prima di
tutto lei ha detto che ci sono stati 15 minuti circa in cui
siete rimasti con il DELL'UTRI e ancora BERLUSCONI non
era arrivato, ricorda di che cosa avete discusso in questi
primi 15 minuti? Se avete discusso di qualcosa,
chiaramente.
DI CARLO FRANCESCO:
Ma no, con me... perche' sa, quando si e' di piu' di 4 o 5 chi
parla una cosa, parla di una cosa, passano quei 10-15 minuti...
PUBBLICO MINISTERO:
Quindi non c'era una discussione comune?
DI CARLO FRANCESCO:
Non c'e' un discorso serio di potere ricordarsi, si parla
di tutto e di niente.
PUBBLICO MINISTERO:
E successivamente all'arrivo del BERLUSCONI di che cosa avete
parlato?
DI CARLO FRANCESCO:
No, appena arrivo'... a parte tutto che poi e' arrivato anche
il caffe', che hanno fatto arrivare il caffe' e ci hanno offerto
il caffe', e quando arriva il BERLUSCONI poi cominciano a
parlare di cose piu' serie. Piu' serie che cosa erano?
Anzi, parlando di lavoro, ognuno che attivita' faceva,
piu' o meno, mi ricordo un particolare su MIMMO TERESI,
che MIMMO TERESI stava facendo due palazzi in quel
periodo a Palermo, e MIMMO TERESI non mi ricordo se ha
detto: certo, dice, lei dottore ne sta facendo una citta'
intera, dice... E lui diceva: ma guardi,
amministrativamente non c'e' molta differenza,
amministrare due, se uno si deve organizzare...
PUBBLICO MINISTERO:
Signor DI CARLO non si sente bene, dovrebbe mettersi piu'
vicino.
DI CARLO FRANCESCO:
Amministrativamente, guardi che non c'e' molta differenza,
se uno deve organizzare un'amministrazione e curarne due e curarne
venti non c'e' differenza, percio'...
PUBBLICO MINISTERO:
Questo ci lo diceva?
DI CARLO FRANCESCO:
Berlusconi. Comunque, ha fatto... pero', io lo dico in due
parole, in sintesi, ma ha fatto 10 minuti, 20 minuti di parlare
e ci ha dato una lezione economica e
amministrativa, per quello che era la situazione di
costruzione, perche' forse aveva finito, o aveva finito o
aveva in costruzione una citta' 2, come chiamavano Milano 2,
per quello che ho capito, perche' ancora non sapevo niente,
e hanno cominciato a parlare in questo modo…”.
Durante l’incontro venne affrontato anche il discorso della c.d.
“garanzia” e Bontate rassicurò il suo interlocutore valorizzando la
presenza al suo fianco di Marcello Dell’Utri e garantendo il prossimo
invio di “qualcuno” :
DI CARLO:
“E poi hanno .. sono andati nel discorso di garanzia, perché era ..
dice: eh, ma oggi è preoccupante a Milano, perché forse … forse, io lo
sapevo non forse, a Milano succedevano un sacco di rapimenti, io ne
sapevo parlare perché quando c’era Liggio fuori quello aveva
intenzione di portarsi tutti i soldi del nord a Corleone.”
PM:
“poi di questo parleremo specificamente , dei sequestri del nord, se
lei..
DI CARLO:
Quindi, e allora..
PM:
Si parlò di sequestri?
DI CARLO:
… aveva ragione Berlusconi di essere preoccupato per quello che era
la situazione.
PM:
Cosa disse lo ricorda ?
DI CARLO:
Dicendo che era preoccupato, di qua.. ci ha fatto raccontare la
situazione, Stefano, ma là la parola in quel minuto l’aveva Stefano,
sia perché è un capo mandamento sia perché era Stefano e poi era il
diretto interessato, io ero completamente che nemmeno avrei dovuto
esserci ma c’ero perché .. per l’intimità e poi erano cose
discutibili, che si potevano discutere davanti chiunque sia, visto che
c’erano gente che non erano Cosa Nostra e anche ero là perché Stefano
le piaceva camminare con persone che poteva fare figura e nello stesso
tempo presentare a Berlusconi che aveva … insomma cosa nostra che non
conosceva Berlusconi però capiva mafia e cose, garanzia, picchì quello
aveva giovani alle spalle e cosa poteva essere … in cosa nostra si
fanno queste scene, show dicono gli inglesi. Ed ero là, e hanno
parlato che lui aveva dei bambini, dei familiari che non stava
tranquillo, avrebbe voluto una garanzia che qua Marcello m’ha detto
che lei è una persona che mi può garantire questo ed altro.
PM:
Chi glielo ha detto, mi scusi, questo?
Di Carlo:
Berlusconi
PM:
Berlusconi ha detto che Marcello Dell’Utri lo poteva garantire?
Di Carlo:
No, che Marcello Dell’Utri aveva detto che Stefano poteva garantire,
dice: lei m’ha detto … Marcello m’ha detto che lei è una persona che
può garantirmi questo ed altro. Allora Stefano, modesto, ha detto no,
io sa … qua e là, sa come sono, però lei può stare tranquillo se dico
io può stare tranquillo deve dormire tranquillo, lei avrà persone
molto vicine che qualsiasi cosa lei chiede avrà fatto e lei …
rassicurandolo. Poi ci ha un Marcello qua vicino per qualsiasi cosa si
rivolge a Marcello
PUBBLICO MINISTERO:
MARCELLO, chi?
DI CARLO FRANCESCO:
DELL'UTRI, e non c'erano altri MARCELLO la', dottore.
……………..
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, venne detto anche... Quindi, se ho capito bene gli
disse che avrebbe avuto qualcuno accanto.
DI CARLO: Sì , ci metteva Dell’Utri accanto e poi dice le mando
qualcuno, se già non ce l’ha, allora si sono guardati, perché non so
se già ce l’avevano dato loro stesso, sia Tanino che sia Marcello,
qualcuno vicino, comunque si sono guardati, poi ne hanno discusso
quando sono usciti. L’ha rassicurato dicendoci ci metteva qualcuno
vicino e già poi, dice, ci ha la persona più … più intima mia – perché
a questo punto cerca di alzare un po’ il Dell’Utri nel senso di
amicizia con Stefano dicendo – ci ha una persona che può garantire
perché Marcello è molto vicino a noialtri, Marcello è tutto, insomma,
le solite parole di circostanza quando una persona deve fare uno più
importante di quella che è di fronte agli altri.
PM:
Senta, una cosa le volevo chiedere, ma se Dell’Utri era così come lei
sta dicendo adesso, c’era bisogno di mandare quindi un’altra persona
accanto al Berlusconi?
Di Carlo:
Va bè, ma Dell’Utri non è cosa nostra.
PM:
Quindi non era uomo d’onore.
Di Carlo:
ma siccome quello capisce che tramite Dell’Utri ci arrivano tutto a
Stefano o agli altri, direttamente a Stefano, dice, ci ha la persona
io Dell’Utri qua e là, poi ci mandiamo qualche persona vicino. Ma a
livello di mandare deve essere cosa nostra.
PM:
Senta, lei ha detto che Berlusconi si è riferito in particolare a
queste possibilità di sequestri, ha riferito anche delle minacce
specificamente
Di Carlo:
Là si è parlato che lui aveva avuto sentore, sintomi… una cosa così
PM :
Sentore.
Di Carlo:
L’impressione di che … però, se minacce, non mi ricordo
specificamente, ma niente di strano perché noi di cosa nostra prima
minacciavamo e poi ci andavamo a fare la garanzia, era una cosa
normale in “cosa nostra”, altrimenti che bisogno ha uno di chiedere.
PM:
Senta, venne detto comunque in ogni caso da dove proveniva, cioè chi
temeva?
Di Carlo:
Temeva.. per quello che è, siciliano, meridionali, siciliani, temeva,
ma era in quel periodo, sapevo di Catania , visto che era molto
abitato di cosa nostra, ma c’erano molti anche emigrati catanesi che
non è cosa nostra, messinesi, siracusani, calabresi.
PUBBLICO MINISTERO:
Ma venne detto in quel caso specificamente di messinesi,
catanesi?
DI CARLO FRANCESCO:
No, no, io per dire cosa c'era in quel periodo,
allora tutti avevano preoccupazione, ma cosa nostra
stava con gli occhi aperti prima che facesse un
sequestro e anche questa gente stava pure con gli occhi aperti
perche' cosa nostra li ammazzava, ne sparivano tanti,
ne strangolavano tanti a Milano, gente che non era cosa
nostra…”.
Il colloquio non si limitò a registrare una richiesta di protezione
rivolta al Bontate, avendo il Di Carlo fatto riferimento anche ad una
proposta rivolta da quest’ultimo all’indirizzo del Berlusconi a
conferma delle aspettative che il capo di “cosa nostra” riponeva in
questo primo contatto.
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, lei ha detto fino ad ora, se ho capito bene, delle
richieste che sono state fatte dal BERLUSCONI al BONTATE,
BONTATE fece delle richieste a BERLUSCONI?
DI CARLO FRANCESCO:
BONTATE... BONTATE quando si ragionava la' ci ha detto, dice:
ma perche' non viene a costruire - visto che si parlava un
po' prima del fattore del sequestro dei figli, dei familiari,
che poi figli proprio non ha detto, familiari per quello che
ricordi miei, si parlava di costruzione e cose e STEFANO ci
ha detto alla fine: ma perche' non viene a costruire a
Palermo? In Sicilia?
PUBBLICO MINISTERO:
Questo lo disse STEFANO BONTATE?
DI CARLO FRANCESCO:
Si.
PUBBLICO MINISTERO:
Rivolto a... ?
DI CARLO FRANCESCO:
Al dottor BERLUSCONI.
PUBBLICO MINISTERO:
Al dottor BERLUSCONI. Che cosa venne risposto lo ricorda?
DI CARLO FRANCESCO:
Ma, con una battuta, un sorriso sornione, ci ha detto: ma
come, debbo venire proprio in Sicilia? Ma come , qua i meridionali
e i siciliani ho problemi qua e debbo venire... E STEFANO ci ha
detto: ma lei e' il padrone quando viene la', siamo a disposizione
per qualsiasi cosa. Cosi', e' stato... battute queste sono, sa
com'e' il discorso.
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, ricorda se BERLUSCONI disse altre cose al BONTATE?
DI CARLO FRANCESCO:
BERLUSCONI anche lui alla fine ci ha detto che era pure a
disposizione per qualsiasi cosa, lo dicevano a MARCELLO, di quello
che poteva era a disposizione. E "a disposizione"
non so se i milanesi ce l'ha "a disposizione" differente del
siciliano, perche' a noialtri quando ci dicono "a
disposizione" in cosa nostra si deve essere a tutto.
PUBBLICO MINISTERO:
Significa? Non ho sentito.
DI CARLO FRANCESCO:
Significa che deve essere disponibile di tutto.
PM:
Voi avete avuto modo parlare con il Bontate di questa disponibilità
che era stata espressa , come era stata percepita dal Bontate?
DI CARLO:
Bontate, che aveva sempre un tantino da osservare, eh, aveva avuto una
buonissima impressione , aveva avuto una buonissima impressione e con
battute che di solito … e poi ci voleva arrivarci, dice: cosa nostra
la dobbiamo cominciare a farla ingrandire, ci sono, dice, persone che
non sono nate in Sicilia – perché in cosa nostra si deve nascere in
Sicilia, o fino a Napoli era arrivata, napoletani però di un certo
livello, come cosa nostra, ma se non erano nati a Napoli, provincia, o
in Sicilia non si può fare parte mai di cosa nostra, e c’era stata una
battuta, dice: un giorno cominciamo a combinare gente fuori della
Sicilia finalmente, perché ce n’è tanti che discutono meglio dei
siciliani. Questo. Però sono battute che si pensano così, però
arrivarci ce ne vuole, anche quando le dico, se poi ci dobbiamo
arrivare in questo discorso, negli ultimi mesi, negli ultimi anni di
vita di Bontate, col fattore della massoneria ci voleva arrivare.”
omissis
Nel prosieguo, il collaborante ha avuto modo di precisare :
DI CARLO :
“Quel discorso l’abbiamo fatto dopo, dopo il discorso ha visto, ci
aveva fatto una buona impressione il Berlusconi, ci aveva fatto una
buona impressione anche come si esprimeva e tutto e ha commentato in
questo modo , ma era una battuta come commento che avrebbe voluto a
cominciare a combinare industriali a Milano , perché non dipendeva
solo da Stefano Bontate, ci vuole la commissione, ci vogliono tutt….”.
Una volta usciti fuori dagli uffici, dove si erano intrattenuti ed
avevano incontrato il dottore Berlusconi, Cinà si era rivolto a Teresi
e a Bontate e, facendo riferimento alla persona che avrebbe potuto
essere mandata ad Arcore, fece il nome di Mangano Vittorio, conosciuto
da Di Carlo come uomo d’onore della famiglia di Porta Nuova, in quegli
anni aggregata al mandamento di Stefano Bontate .
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, quindi siamo arrivati al punto in cui BONTATE replica
a BERLUSCONI dicendo che avrebbe mandato una persona fidata, ma
successivamente come si e' sviluppata la discussione, se c'e'
stata un'ulteriore discussione.
DI CARLO:
Fuori, non mi ricordo, perché realmente, siccome non era una cosa che
mi interessava molto, capita … mi ricordo se già c’era andato Mangano,
ho sentito parlare di Mangano, ma visto che Stefano aveva detto ci
mando una persona, sia Tanino sia Dell’Utri, quando si sono guardati,
poi fuori Cinà ha detto a Stefano e a Teresi, dice, ma Vittorio … già
c’è Vittorio, o avevamo pensato a Vittorio, perché questo Vittorio era
amico anche di Dell’Utri,. Dice va bene. Allora Stefano dice, tanto
per quello che deve fare, per quello che vale, perché in cosa nostra
non è la presenza di uno di cosa nostra, è tutto … ci potevano mandare
pure a nessuno, ma c’è cosa nostra che protegge, basta che si sa che è
protetto di cosa nostra e ci viene difficile, o chi lo fa il sequestro
ci viene pure difficile a viverlo il sequestro. E allora dice va bene
il Mangano per quello che deve fare, per quello che deve essere, ma
comunque in rapporti sempre con Dell’Utri.”
PUBBLICO MINISTERO:
Senta, MANGANO, quindi in quel momento, VITTORIO MANGANO, e'
uomo d'onore?
DI CARLO FRANCESCO:
Fino che io l'ho visto no. Lo volevano combinare...
PUBBLICO MINISTERO:
No, non sto parlando di GAETANO CINA', comunque, sto
parlando di VITTORIO MANGANO, lei l'ha conosciuto VITTORIO MANGANO?
DI CARLO FRANCESCO:
Se lei mi dice... Che mi ha detto?
PUBBLICO MINISTERO:
VITTORIO MANGANO le ho detto.
DI CARLO FRANCESCO:
Ah, mi scusi, non so dove era la mia mente. VITTORIO
MANGANO e' cosa nostra e io l'ho avuto presentato nel '72 o '73.
AntiKomunista
2009-12-08 09:29:43 UTC
Permalink
Post by €rnesto
mentre Silvio arrestava boss a ripetizione...
ahahaha!!!! MENTRE SILVIO DAVA DEGLI IRRESPONSABILI AI GRANDI
MAGISTRATI DI PALERMO MILANO, FIRENZSE, CALATNISSETTA E CATANIA CHE
ARRESTANO BOSS A RIPETIZIONE....
Ometto viscido e ributtante, cretino a cottimo, nonché emerito culattone,
gli ARRESTI li hanno fatti le forze dell'ordine che sono dipendenti dal
MINISTERO DELL'INTERNO e agiscono sulla spinte delle direttive del Governo.
Ai giudici ci arriveranno DOPO con il rischio che li liberino, in barba agli
sforzi del governo, come è successo qualche settimana fa in Puglia.
Che li liberino per incapacità, noncuranza e, volendo essere maligni, per
connivenza.

AntiKomunista
A=MM
2009-12-08 23:41:56 UTC
Permalink
Post by AntiKomunista
gli ARRESTI li hanno fatti le forze dell'ordine che sono dipendenti dal
MINISTERO DELL'INTERNO e agiscono sulla spinte delle direttive del Governo.
Ai giudici ci arriveranno DOPO con il rischio che li liberino, in barba
agli sforzi del governo, come è successo qualche settimana fa in Puglia.
Ennesimo sfoggio di ignoranza del nostro AntiKultura?
Il governo può VANTARSI dei successi ma non può dare "direttive" alle forze
dell'ordine.
Un inno alla tua ignoranza? Perchè il governo vuole porre (per LEGGE) un
freno alle intercettazioni se le forze dell'ordine rispondono alle SUE
direttive?
I procuratori della repubblica sono i responsabili delle indagini (e...
guarda caso... dipendono da un MINISTERO - grazia e giustizia = Alfano) e
sono LORO ad incaricare (per LEGGE) le forze dell'ordine lo svolgimento di
indagini... LORO... non il governo (chiamasi "separazione dei poteri": il
governo promulga le leggi... la magistratura le applica).
Ci sono "forze dell'ordine" sfrattate dalla propria sede per morosità...
altre non possono più fare "benzina" a credito... altre hanno armi non
revisionate da 20 anni (e più)... TUTTE si sbattono per la LEGALITA' per
molto di più di quanto ricevono... dal MINISTERO di competenza... ma CORRONO
quando il magistrato (coglione) di turno propone loro una "colpo alla
delinquenza".
Caro AntiKultura... che tu sia impermeabile a qualsiasi ragionamento è
giustificabile (ti sei alzato tardi... quando distribuivano i cervelli)...
ma fare sfoggio di questa tua disabilità mi pare offensivo... per chi ti
legge!
A=MM

Continua a leggere su narkive:
Loading...